Innanzitutto due considerazioni. Mi piace viaggiare e il Sud America è un continente. Ovvio? Fino a un certo punto. Mi piace viaggiare nel senso proprio del viaggio, dello stare in macchina e fermarmi in posti che mi sorprendono, che mi attizzano, che non mi aspettavo. O invece proseguire di corsa perché voglio arrivare al più presto possibile alla prossima destinazione. Altra cosa è il viaggio in treno o in aereo, dove le variabili sono molto poche. Come diceva Neil Peart dei Rush nella canzone “Anything Can Happen”: The point of the journey is not to arrive, ovvero: lo scopo del viaggio non è arrivare. E Il Sud America è un continente come l’Europa o l’Asia. Cambia quasi ad ogni chilometro. Cambiano gli accenti della gente, la morfologia del territorio, il cibo, le tradizioni, il fuso orario, la qualità delle strade e dei bagni, i prezzi, le parole, il clima, i volti della gente. Cambia tutto. Proprio come cambia tutto da Palermo a Helsinki. Dopo aver percorso quasi diecimila chilometri in macchina in Argentina, posso dire che anche all’interno dello stesso paese cambiano molte cose. A Buenos Aires è come a Roma: grande città, bella città, arroganza, fretta, stress, tutti a parlare al cellulare, traffico, musei, strade larghe, negozi, teatri, cinema, McDonalds, caos, l’accento portegno, che è praticamente l’equivalente del romanesco. Oggi invece sono a Bardas Blancas, un paesino di (forse) 100 persone, sulle Ande. Accento diverso, quasi “messicano”, tranquillità, cortesia, lentezza, un solo ristorante e un solo “albergo”, niente internet, niente copertura del cellulare, niente da fare o da vedere – a parte la natura: le montagne, il fiume, il bosco, il tramonto, il rumore del vento.
Parliamo dei bagni: a Buenos Aires no, ma in molte parti del Sud America, per motivi che non ho chiari, la rete fognaria non gestisce la carta igienica. Il che vuol dire che di fianco alla tazza c’è un cestino dove va messa la carta igienica. Che schifo! Succede anche nelle case “signorili”. Ad esempio nella casa della brasiliana dove sono stato ospite a Porto Alegre, che è forse la città più attrezzata del Brasile. Lei è architetto, vive in un quartiere “ricco”, eppure anche lì c’è il cestino. La conseguenza, se si mette la carta nella tazza, è che si intasa e ti torna tutto su. E’ successo nell’ostello in Uruguay dove sono stato. Nel bagno femminile qualche straniera deve essersene dimenticata e puf, allagamento totale di acqua, carta igienica e stronzi.
I benzinai. I benzinai sono come i nostri autogrill, ma più piccoli. Sono soprattutto due marche: YPF (l’Agip argentina) e Petrobras (l’Agip brasiliana). Parentesi: la super costa circa 80 centesimi di euro, poco per noi, tanto per loro, che guadagnano molto meno di noi. Hanno tutti un negozietto che vende di tutto, dalle forbici ai panini, dalle carte geografiche alla coca cola, dai biscotti alla birra, dalle sigarette ai CD. E quasi tutti hanno wifi. Diverse volte mi sono fermato con la macchina davanti a un benzinaio e mi sono collegato a internet senza problemi. Hanno ovviamente anche bagni, ma spesso senza carta igienica (mi sono attrezzato). C’è una cosa che non capisco: spesso ho visto file chilometriche per fare benzina, come da noi quando si annuncia lo sciopero dei benzinai. O addirittura stazioni di servizio chiuse per mancanza di benzina. Il paradosso è che l’Argentina ha benzina, in Patagonia ci sono diversi giacimenti di petrolio. Ho visto nella città di Comodoro Rivadavia, sulla costa patagonica, raffinerie a pieno regime nel porto e a 500 metri di distanza benzinai senza benzina. E’ chiaro che c’è un problema di gestione e di organizzazione. Forse ha a che fare col fatto che qui tutto funziona coi camion. I treni non esistono quasi più. Mi è stato detto che gli americani hanno spinto i governi sudamericani a passare al trasporto su ruota – i camion – a svantaggio dei treni. Risultato: oggi non ci sono più treni - come forse qualcuno ha visto nelle foto che ho messo su facebook le ferrovie sono abbandonate. E visto che tutti i trasporti di carburante sono su camion, evidentemente se il camion non arriva puntuale o se c’è un po’ di domanda di carburante in più (magari perché è estate e ci sono più turisti) il sistema va a puttane.
I “santuari”. Ne ho visti a migliaia, di tutte le dimensioni. Per la strada, ogni tanto, ci sono delle cose tipo cucce di cani, con drappi rossi, immagini votive e cose del genere. Vanno da dimensioni cuccia di cane a dimensioni tipo cappella elaborata. Pare che siano dei “per grazia ricevuta” o posti per mini-pellegrinaggi. La cosa buffa è che spesso sono corredati di decine di bottiglie di acqua minerale o coca-cola o sprite piene. Come se si volesse lasciare da bere al “santo”. Credo che sia una cosa degli indigeni, che sono stati cristianizzati ma che ovviamente, come succede in questi casi, hanno sovrapposto la religione cattolica al loro paganesimo. Indagherò.
Parliamo dei bagni: a Buenos Aires no, ma in molte parti del Sud America, per motivi che non ho chiari, la rete fognaria non gestisce la carta igienica. Il che vuol dire che di fianco alla tazza c’è un cestino dove va messa la carta igienica. Che schifo! Succede anche nelle case “signorili”. Ad esempio nella casa della brasiliana dove sono stato ospite a Porto Alegre, che è forse la città più attrezzata del Brasile. Lei è architetto, vive in un quartiere “ricco”, eppure anche lì c’è il cestino. La conseguenza, se si mette la carta nella tazza, è che si intasa e ti torna tutto su. E’ successo nell’ostello in Uruguay dove sono stato. Nel bagno femminile qualche straniera deve essersene dimenticata e puf, allagamento totale di acqua, carta igienica e stronzi.
I benzinai. I benzinai sono come i nostri autogrill, ma più piccoli. Sono soprattutto due marche: YPF (l’Agip argentina) e Petrobras (l’Agip brasiliana). Parentesi: la super costa circa 80 centesimi di euro, poco per noi, tanto per loro, che guadagnano molto meno di noi. Hanno tutti un negozietto che vende di tutto, dalle forbici ai panini, dalle carte geografiche alla coca cola, dai biscotti alla birra, dalle sigarette ai CD. E quasi tutti hanno wifi. Diverse volte mi sono fermato con la macchina davanti a un benzinaio e mi sono collegato a internet senza problemi. Hanno ovviamente anche bagni, ma spesso senza carta igienica (mi sono attrezzato). C’è una cosa che non capisco: spesso ho visto file chilometriche per fare benzina, come da noi quando si annuncia lo sciopero dei benzinai. O addirittura stazioni di servizio chiuse per mancanza di benzina. Il paradosso è che l’Argentina ha benzina, in Patagonia ci sono diversi giacimenti di petrolio. Ho visto nella città di Comodoro Rivadavia, sulla costa patagonica, raffinerie a pieno regime nel porto e a 500 metri di distanza benzinai senza benzina. E’ chiaro che c’è un problema di gestione e di organizzazione. Forse ha a che fare col fatto che qui tutto funziona coi camion. I treni non esistono quasi più. Mi è stato detto che gli americani hanno spinto i governi sudamericani a passare al trasporto su ruota – i camion – a svantaggio dei treni. Risultato: oggi non ci sono più treni - come forse qualcuno ha visto nelle foto che ho messo su facebook le ferrovie sono abbandonate. E visto che tutti i trasporti di carburante sono su camion, evidentemente se il camion non arriva puntuale o se c’è un po’ di domanda di carburante in più (magari perché è estate e ci sono più turisti) il sistema va a puttane.
I “santuari”. Ne ho visti a migliaia, di tutte le dimensioni. Per la strada, ogni tanto, ci sono delle cose tipo cucce di cani, con drappi rossi, immagini votive e cose del genere. Vanno da dimensioni cuccia di cane a dimensioni tipo cappella elaborata. Pare che siano dei “per grazia ricevuta” o posti per mini-pellegrinaggi. La cosa buffa è che spesso sono corredati di decine di bottiglie di acqua minerale o coca-cola o sprite piene. Come se si volesse lasciare da bere al “santo”. Credo che sia una cosa degli indigeni, che sono stati cristianizzati ma che ovviamente, come succede in questi casi, hanno sovrapposto la religione cattolica al loro paganesimo. Indagherò.
Sui piccoli santuari, erano tutti rossi?
RispondiEliminahttp://buonearie.blogspot.com/2008/05/argentina-profonda.html
Buon viaggio Marco, c'è sempre qualcuno che ti segue idealmente.
Sì, proprio così, confermo tutto.
RispondiEliminaMa tu che non sei su facebook non hai mai visto le foto? Ne ho postate centinaia. Come facciamo?