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sabato 26 febbraio 2011

Màncora, o gli ozi di Capua

Dopo 14mila km in macchina, fra Patagonia, Atacama e Arica, 7mila km in pullman e un volo (Santiago-Calama, Cile) sono arrivato a Màncora, una località di mare nel nord del Perù, vicino al confine con l’Equador. E ci sono rimasto due settimane. Perché? Credo di aver detto a tutti, prima di partire, qualcosa tipo “se Santiago non mi piace ci resto solo tre giorni, se invece trovo un posto di mare bello per riposarmi e fare vita di spiaggia, mi fermo anche un mese”. Detto fatto. 
Màncora in sé non è un granché, anzi: un villaggio di pescatori di 10mila persone, c’è un casino totale, ogni negozio, ristorante, bar e pub ha lo stereo acceso e alla sera i volumi e la musica si fondono in una cacofonia orribile, la spiaggia è piena di gente e sporca (per quanto riguarda l’immondizia, i sudamericani sono indietro di trent’anni rispetto a noi; ricordate quando le nostre spiagge erano piene di rifiuti? Non che ora siano pulite, ma rispetto a trent’anni fa qualche passo avanti lo abbiamo fatto). E’ pieno di venditori ambulanti, taxi-ape rumorosi e c’è un aria di caos diffuso. Però…
Però, a tre km di distanza a sud, c’è Las Pocitas: una spiaggia praticamente incontaminata di vari kilometri, con le palme, da cartolina, servita da una strada sterrata ridotta male, e quindi poco frequentata, con alcuni piccoli alberghi sulla spiaggia. L’ho “scoperta” nel corso di una passeggiata, mentre cercavo di allontanarmi dal rumore e dalla gente, pentito per aver dato retta a chi a Lima mi aveva detto di andare a Màncora. Màncora e Las Pocitas sono inferno e paradiso separati da tre km. Quindi, dopo i tre giorni che avevo prenotato all’hotel a Màncora, ciao ciao, taxi-ape e hotel a Las Pocitas, bungalow sul mare, 50 dollari a notte, paradiso. Il rumore del mare è molto forte, più che altro perché le onde sbattono sulla scogliera ogni dieci secondi, e c’è una minicatena montuosa che segue la spiaggia che amplifica, ma il rumore del mare è 10mila volte meglio del rumore di qualunque altra cosa. Essendo sull’Oceano Pacifico, tutte le sere c’è il tramonto sul mare, con colori spettacolari. Dopo i tre mesi precedenti, passati a macinare km, questo ozio di Capua mi ci voleva proprio. Anche per aggiornare il blog, per dormire fino a tardi (in genere alle 10 devi lasciare la stanza, qui invece non metto proprio la sveglia), per fare un primo bilancio del viaggio, leggere, ascoltare musica, insomma: riposarmi, che secondo me è sempre uno degli scopi di ogni vacanza.
Poi arriveranno Ecuador, (forse) Isole Galàpagos, Amazzonia, eccetera. Ma ora si ozia.

venerdì 11 febbraio 2011

Gli autobus e i taxi di Lima, Perù

Prendere un autobus a Lima è un'avventura. Ma è un'esperienza da fare. Oggi sono stato in centro (l'ostello è sulla costa, nel quartiere "chic" di Miraflores). A Lima, ne sono certo, ci sono più taxi che auto private. Pare che chiunque faccia come secondo il lavoro il tassista. A parte alcune storie tipo che sali sul taxi e il tassista ti porta in un vicolo e ti rapina - a me non è ovviamente mai successo - quando fermi il taxi dici al tipo dove vai, quello ti dice un prezzo e tu rispondi sì o no. In pratica contratti il prezzo prima di entrare. Se non ti va bene chiedi al prossimo - c'è sempre la fila di taxi, ovunque.

Gli autobus invece sono di varie dimensioni, da quelle di un Ford Transit a quelle di un autobus normale. In quelli piccoli ci stipano fino a 20 persone, in quelli grandi il triplo. Costano pochissimo (500 lire) e vanno dappertutto. Come per i taxi, ce ne sono a migliaia, di varie compagnie private, anzi credo che ognuno dei piccoli sia un'impresa individuale. Dentro c'è ovviamente l'autista, che ha sempre lo stereo accesso a mille di volume con musica latina tipo salsa, e il bigliettaio in piedi, che ad ogni fermata (e si fermano ogni 50 metri) esce dalla porta e grida l'itinerario. Sul mio, ad esempio, "Arequipa, todo Arequipa, Tacna, Wilson." Fa salire chi vuole salire, e poi, quando l'autobus è già in corsa, rientra al volo. Quindi c'è il rumore esterno dei clacson, l'autista con lo stereo a manetta e il bigliettaio che strilla a ogni pie' sospinto (letteralmente). Ah, i clacson. Come dicevo, è pieno di taxi, i quali procedono lentamente quando sono vuoti e appena vedono qualcuno che sembra potrebbe avere bisogno di un taxi fanno due colpi di clacson o alla sera fanno i due colpetti e abbagliano. Quindi potete immaginare il casino. E poi sugli autobus entrano e escono regolarmente venditori ambulanti che hanno di tutto, dalle gomme americane ai fazzolettini, ai prodotti di artigianato, ai gelati.
C'è da aggiungere che tutti guidano come pazzi, le strisce pedonali contano meno che in Italia, è un miracolo che non ci sia un incidente ogni cinque secondi. Insomma, un'esperienza, come dicevo, da fare, ma non troppo spesso...

martedì 8 febbraio 2011

Parole e frasi utili (spero)

Allora, questo potrebbe servire a chi viaggerà in Sud America (lo aggiornerò pian piano). Ogni paese ha i suoi modi di dire, il suo accento e la sua cadenza, ma anche le sue parole e regole grammaticali distinte. Per esempio, in Argentina, Uruguay e altrove non si dice tú, ma vos. E cambia anche la coniugazione:


  • "Tu parli" (seconda persona singolare, discorso informale)
Spagnolo iberico - tú hablas
Argentina, Paraguay e America Centrale - vos hablás
Uruguay - vos hablás, tú hablás
Cile - tú hablas, tú hablái, vos hablái
Colombia - usted habla, tú hablas, vos hablás
Puerto Rico - tú hablas (pronunciato come nella Spagna meridionale)
Messico - tú hablas, vos hablás (Chiapas soltanto)
Venezuela e spagnolo arcaico formale singolare - vos habláis, tú habláis, vos hablás
Ecuador - tú hablas, vos hablás
Ladino formale - vos avláis
Perù (discorso ufficiale) - tú hablas, usted habla, vos habláis/hablás

Tratto da:
http://it.wikipedia.org/wiki/Dialetti_spagnoli

Benzina si dice gasolina in Brasile, nafta in Uruguay e Argentina, bencina in Cile e Perù (altrove ancora non lo so).
Alquilar è affittare quasi ovunque, ma in Cile si dice arrendar e in Perù rentar.
Lleno è il pieno di benzina.
Pasta si dice pasta, ma più spesso massa (Brasile) e fideo nei paesi ispanici.
Agua sin gas è naturale, con gas è gassata.
Una stanza singola in albergo è individual o simples.
Ripio vuol dire ghiaia, ma anche strada sterrata (questo l'ho imparato molto bene in Patagonia e nel deserto...).
Nei cartelli di stop non c'è scritto Stop ma Pare (fermati).
Limite vuol dire frontiera.
Benzinaio è Posto de gasolina in Brasile e Estacion de servicio o Servicentro altrove.
Autoservicio non è un meccanico (come ho capito dopo aver guardato dentro le vetrine), ma supermercato self-service.
Birra si dice cerveza (cerveja in Brasile), ma in Uruguay e Argentina si può dire anche birra.
Tè è té (cha in Brasile).
Colazione è café da manha (o semplicemente café) in Brasile e desayuno altrove.
Pranzo è almoço in Brasile e almuerzo altrove.
Cena è jantar in Brasile e cena altrove.
Propina vuol dire mancia nei paesi ispanici, ma propina vuol dire "mazzetta" in Brasile, dove mancia si dice invece gorjeta.
Il conto è la cuenta (isp) e a conta (Bra).
Cameriere è mozo o camarero (isp) e moço (Bra).
Ovunque usano diminutivi "alla romana". Cerveja diventa sempre cervezinha (come birretta), foto-fotita, perro-perrito, gato-gatinho, ecc.
Inversion non vuol dire inversione, ma investimento.
Diversion non è diversione, ma divertimento.
Anche quando uno non ti conosce, inizia sempre e comunque con hola, buenas tardes, o simili. Non esiste: dov'è la spiaggia? Sempre: hola, buenas tardes, donde queda la playa?)
A proposito di playa: in Argentina e Uruguay non è vamos a la playa, ma vamos a la plagia o plascia!

I pullman



In Sud America, da quello che ho visto, i pullman si dividono in due categorie: quelli da poveracci (ovvero vecchi, economici, pieni, per percorsi generalmente brevi) e quelli per chi può spendere di più. Fortunatamente ho quasi sempre preso i secondi. Li ho trovati in tutti i paesi dove sono stato finora (Brasile, Uruguay, Argentina, Cile, Perù). Ovviamente costano il triplo di quelli normali, ma ne vale la pena. Sono comunque prezzi superaccessibili per euopei (da Tacna a Lima 1200km 30 euro). Da fuori sono normali, dentro invece sono un po’ come gli aerei, anzi come gli aerei in business class: i sedili sono reclinabili tipo letto (infatti li chiamano “leito” in Brasile e “cama” altrove), sono abbastanza distanti l’uno dall’altro, c’è bagno, tv con dvd, radio, servizio gratuito di vettovaglie e bibite e a volte anche wifi. Insomma, per i viaggi lunghi, come quello che sto facendo adesso (una ventina di ore) sono l’ideale. Fra l’altro ho notato che (credo per legge) gli autisti devono essere due, per darsi il cambio quando sono stanchi. Ogni tanto, poi, si fermano in qualche benzinaio, quindi si può uscire per sgranchirsi le gambe, comprarsi qualcosa, eccetera. Sono un’alternativa agli aerei: sono molto meno costosi e si può vedere il paese vero.